L´anello del Nibelungo, La Valchiria

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Maggio 2026
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Primo giorno
Festival scenico in tre giorni e una vigilia
Prima rappresentazione: 26 giugno 1870 a Monaco
Prima alla Deutsche Oper Berlin: 27 settembre 2020
In lingua tedesca con sovratitoli in tedesco e inglese
4 ore 45 minuti / 2 intervalli
Introduzione (in tedesco): 45 minuti prima di ogni spettacolo

Consigliato dai 16 anni

 

Informazioni sullo spettacolo
Con l’apice del potere degli dèi al termine de L’ORO DEL RENO e gli dèi asserragliati nel castello di Valhalla, in LA VALCHIRIA si prepara il conflitto. Gli umani sono assetati di potere, dominano sfiducia e materialismo, e gli dèi pensano solo a far rispettare le vecchie leggi senza mettere in discussione il loro stesso scopo. I fratelli Siegmund e Sieglinde sono condannati a morte perché il loro amore speciale non ha posto nella società. La valchiria Brünnhilde è affascinata da loro e osa sfidare la sentenza del padre Wotan, prendendoli sotto la sua protezione. In LA VALCHIRIA Wagner mostra chiaramente da che parte sta: nella grande scena d’amore tra Siegmund e Sieglinde, in cui la forza elementare dell’amore supera tutte le norme sociali, e nell’evoluzione del personaggio di Brünnhilde, il cui comportamento passa da un’intuizione empatica a un’azione consapevole di protesta contro la disumanità e l’ingiustizia.

 

Trama

La trama della vicenda segue da quella dell'Oro del Reno (prima opera della tetralogia).

Atto Primo

Capanna di Hunding

Durante una tempesta, un viandante stremato entra cercando rifugio. In assenza del marito, Sieglinde gli offre da bere: in realtà egli è suo fratello, ma i due non si riconoscono nonostante tra loro nasca subito un profondo affetto. Lui le spiega di essere in fuga da dei nemici poiché le sue armi si sono spezzate in combattimento; fa per andarsene, affermando di voler proteggere la donna dalla sventura che lo perseguita. Sieglinde, tuttavia, insiste affinché egli resti fino all'arrivo del marito.

Hunding rientra a casa e trova lo straniero; nonostante sospetti della sorprendente somiglianza tra lui e la moglie, gli offre ospitalità e lo invita a raccontare cosa gli sia accaduto. L'ospite inizia a narrare: quand'era ancora fanciullo, il clan dei Neidinge aveva dato alle fiamme la sua dimora, ucciso la madre e rapito la sorella gemella mentre lui e il padre erano a caccia; aveva quindi vissuto per anni nella foresta perseguitato dai Neidinge, vagabondando col padre fino a perderne misteriosamente le tracce. Aveva provato allora a tornare tra gli uomini, ma era rimasto emarginato perché visto come portatore di sventura; poco tempo addietro aveva infine difeso una fanciulla dai suoi stessi familiari ma, spezzatesi le sue armi, aveva visto morire uccisa la ragazza ed era dovuto scappare. Hunding dichiara quindi di appartenere di quello stesso clan, e lo sfida a duello prima di ritirarsi a letto trascinando Sieglinde con sé: la lotta si terrà la mattina seguente.

Rimasto solo, l'uomo medita davanti al focolare; all'improvviso la brace si ravviva come per incanto e una lingua di fuoco colpisce un tronco d'albero, rivelandogli l'elsa di una spada in esso nascosta. Intanto Sieglinde, addormentato il marito con un sonnifero, torna al focolare e rivela al giovane che un misterioso viandante, in cui lei aveva riconosciuto il padre Wälse, aveva infisso la spada nell'albero il giorno delle sue nozze forzate con Hunding: molti guerrieri avevano tentato invano di estrarla, poiché destinata all'eroe che avrebbe salvato la ragazza. I due ragazzi si riconoscono l'un l'altra: quando Sieglinde rivela al fratello il suo vero nome, Siegmund, l'eroe afferra l'elsa della spada e la estrae con forza dal tronco di frassino. I due fratelli si abbandonano quindi alla passione.

 

Atto secondo

Wingolf, la montagna delle Valchirie

Le nove Valchirie vengono chiamate a raccolta da Wotan sulla cima del Wingolf; il padre degli dei sceglie la sua preferita Brunnhilde perché protegga Siegmund nel duello contro Hunding. In quella, però, sopraggiunge incollerita Fricka, moglie di Wotan e dea del matrimonio: a lei Hunding si è rivolto per avere protezione nello scontro, vendicare l'oltraggio subìto e castigare l'incestuosa unione. La dea accusa a sua volta Wotan di aver generato Siegmund in uno dei suoi molti tradimenti, e di volerla ulteriormente umiliare favorendo l'uomo nonostante abbia violato le leggi divine unendosi alla sorella. Wotan, alla fine, rinuncia a proteggere Siegmund e richiama a sé Brunnhilde per ritirare l'ordine impartitole.

In assenza di Fricka, Wotan si confida con la figlia e le narra tutte le vicende che hanno portato a quei tristi eventi; al colmo dell'angoscia, arriva perfino a benedire il figlio del suo nemico, e ordina a Brunnhilde di uccidere Siegmund. A nulla valgono le proteste della Valchiria: risoluto a mantenere il giuramento fatto a sua moglie, Wotan si allontana disperato, non prima di averla richiamata all'ordine.

Intanto Siegmund e Sieglinde sono fuggiti dalla casa di Hunding: la donna è colta da tremendi presagi, si sente colpevole e prevede la sua morte per mano del marito. A nulla valgono i tentativi del suo amato di riportare la calma: ella sviene in preda al delirio.

Arriva Brunnhilde, che può essere vista dal solo Siegmund in quanto prossimo a una morte eroica: le valchirie hanno il compito di raccogliere gli eroi morti per portarli al Valhalla e Siegmund dovrebbe dunque seguirla, ma Sieglinde non potrebbe sopravvivere senza di lui, pertanto il fratello si rifiuta di abbandonarla. Commossa dall'amore dei due giovani, Brunnhilde decide di contravvenire agli ordini di Wotan e donare la vittoria a Siegmund.

Irrompe Hunding, pronto al duello. Siegmund lo raggiunge sul campo per dare inizio alla battaglia. Brunnhilde, col suo scudo, protegge Siegmund dai colpi del nemico: la sua vittoria sembra ormai certa, quando d'improvviso appare Wotan, che spezza con la sua lancia la spada del figlio e lascia che Hunding lo colpisca a morte. Brunnhilde fugge atterrita, portando Sieglinde con sé. Prima di lanciarsi al suo inseguimento, Wotan chiede a Hunding di riferire a Fricka l'esito del loro giuramento; dinanzi all'atteggiamento sprezzante del guerriero, Wotan lo uccide fulminandolo.

 

Atto terzo

Montagna di Midgard

Le nove valchirie si danno convegno sui loro cavalli alati, rimanendo terrorizzate quando vedono Brunnhilde accorrere precipitosamente portando con sé Sieglinde, la quale implora a gran voce di essere uccisa. Dopo i primi attimi di titubanza, le valchirie le consigliano la fuga nella foresta orientale, dove il potere di Wotan non ha alcun effetto: laggiù vive infatti Fafner, che, trasformatosi in drago, custodisce l'anello del Nibelungo.

Wotan raggiunge le valchirie, in cerca della traditrice che ha osato ribellarsi alla sua volontà. Mentre le sorelle, terrorizzate dalla sua collera, si disperdono, Brunnhilde si fa avanti per affrontare eroicamente il castigo. Brunnhilde chiede pietà per Sieglinde, mostrandogli i pezzi della spada che lei ha salvato dalla dispersione, ma invano: Wotan la condanna a cadere in un sonno mortale, rendendola preda di un uomo qualsiasi.

Brunnhilde accetta il castigo e si addormenta. Wotan, commosso di fronte al suo eroismo, modifica però il suo castigo facendo sì che la Valchiria possa essere svegliata non da un mortale qualsiasi, ma solo da un eroe superiore a lui nella forza; pertanto porta il suo corpo esanime sulla cima del monte e, con l'aiuto della sua magica lancia, circonda il sepolcro da un mare di fiamme, lanciando un monito:

“Chi teme la punta della mia lancia, mai attraversi il fuoco!”

Prima di ritirarsi sconfitto, Wotan guarda Brunnhilde per l'ultima volta: la musica del finale preannuncia l'arrivo di Sigfrido, figlio di Siegmund e Sieglinde, il futuro eroe che tenterà di liberare il mondo dal male.

Programma e cast

Direttore d’orchestra: Sir Donald Runnicles
Regia, scenografia: Stefan Herheim
Scenografia: Silke Bauer
Costumi: Uta Heiseke
Luci: Ulrich Niepel
Video: William Duke
Video: Dan Trenchard
Drammaturgia: Alexander Meier-Dörzenbach
Drammaturgia: Jörg Königsdorf
Siegmund: Matthew Newlin
Hunding: Tobias Kehrer
Wotan: Thomas Johannes Mayer
Sieglinde: Elisabeth Teige
Fricka: Annika Schlicht
Brünnhilde: Trine Møller
Helmwige: Martina Welschenbach
Gerhilde: Felicia Moore
Ortlinde: Maria Motolygina
Waltraute: Aleksandra Meteleva
Siegrune: Arianna Manganello
Roßweiße: Karis Tucker
Grimgerde: Stephanie Wake-Edwards
Schwertleite: Lauren Decker
Hundingling: Eric Naumann
Orchestra: Orchester der Deutschen Oper Berlin

Galleria fotografica
Bernd Uhlig
© Bernd Uhlig
Bernd Uhlig
© Bernd Uhlig
Bernd Uhlig
© Bernd Uhlig

La Deutsche Oper Berlin

La Deutsche Oper Berlin è una compagnia d'opera situata nel quartiere berlinese di Charlottenburg, Germania. L'edificio residente è il secondo più grande teatro lirico del paese e anche la sede del Balletto di Stato di Berlino.

La storia dell'azienda risale agli Opernhaus Deutsches costruiti dalla città allora indipendente Charlottenburg-la "città più ricca di Prussia", secondo i piani progettati da Heinrich Seeling dal 1911. Ha aperto il 7 nov 1912 con una performance di Fidelio di Beethoven, condotto da Ignatz Waghalter. Dopo l'incorporazione di Charlottenburg dal 1920 Grande Berlino Act, il nome dell'edificio residente è stato cambiato a Städtische Oper (Municipal Opera) nel 1925.

Deutsches Opernhaus, 1912
Con il Machtergreifung nazista nel 1933, l'opera era sotto il controllo del Ministero della Pubblica dell'Illuminismo e Propaganda del Reich. Ministro Joseph Goebbels aveva il nome cambiato di nuovo al Deutsches Opernhaus, in competizione con il Berlin State Opera a Mitte controllato dal suo rivale, il prussiano ministro-presidente Hermann Göring. Nel 1935, l'edificio è stato ristrutturato da Paul Baumgarten e il salotto ridotta 2300-2098. Carl Ebert, il direttore generale della seconda guerra pre-mondiale, ha scelto di emigrare dalla Germania piuttosto che avallare la visione nazista della musica, e ha continuato a collaborare -ha trovato l'Opera Festival di Glyndebourne in Inghilterra. Egli fu sostituito da Max von Schillings, che ha aderito a emanare opere di "carattere tedesco puro". Molti artisti, come il direttore d'orchestra Fritz Stiedry o il cantante Alexander Kipnis seguiti Ebert in emigrazione. Il teatro fu distrutto da un raid aereo della RAF, il 23 novembre 1943. Spettacoli continuato al Admiralspalast a Mitte fino al 1945. Ebert restituito come direttore generale dopo la guerra.

Dopo la guerra, la società in quello che ormai era Berlino Ovest utilizzato il vicino edificio delle Theater des Westens fino a quando il teatro è stato ricostruito. Il design sobrio di Fritz Bornemann è stata completata il 24 settembre 1961. La produzione di apertura era Don Giovanni di Mozart. Il nuovo edificio inaugurato con il nome attuale.

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